CULTURA, POLITICA ESTERA, POLITICI, UNIONE EUROPEA

NON CI SERVE UNO STATO GRANDE, MA UN GRANDE STATO

Una delle accuse, maggiormente rivolte, ai sovranisti, talvolta da altri sovranisti, è di volere un ritorno al passato, insomma di essere rimasti all’800.
La motivazione è che oggi ci sono la Cina e l’India, oltre la Russia, quindi per forza occorre, nolenti o volenti, unirsi in un qualche modo per poter rispondere alle sfide dell’oggi.
A noi sembra invece che il progetto di unificazione europea sia, paradossalmente, anacronistico.
Gli Stati Uniti d’Europa, tralasciando che è un’idea che ha almeno un secolo, non sono nient’altro che l’ultimo progetto imperiale che nel corso dei secoli, dalla fine dell’impero romano, ha cercato di unificare il Continente europeo sotto un’unica bandiera.
Carlo Magno, il Sacro Romano Impero, Carlo V, Napoleone, Hitler, e tanti altri, hanno cercato di espandere il proprio stato e di imporre l’egemonia in Europa.

napoleone

La grandissima novità è che stavolta non è un’iniziativa o francese o tedesca in senso lato, ma congiunta dei due paesi, che dopo secoli di lotte, hanno deciso di sotterrare l’ascia di guerra per costruire un impero insieme.
Francia e Germania hanno deciso di unire le forze per costruire uno strumento per espandere i loro interessi.

merkelmacron

La vittoria di Macron ha rinsaldato questa diarchia, anche se potrebbe rompersi in futuro quando l’interesse francese e tedesco non combacierà più.
Altra grande novità è che tutto questo processo non viene costruito con guerre ma con trattati formalmente liberi.
Come detto prima, questa idea e questi progetti sono anacronistici.
Primo motivo è che negli ultimi 100 anni gli stati sovrani sono aumentati in maniera esponenziale: pensate a tutti gli imperi coloniali che si sono disciolti, all’Impero Austro-Ungarico, all’Unione Sovietica, alla Iugoslavia, alla Cecoslovacchia e a tanti altri. Nel 1900 gli stati del Mondo erano 56 oggi sono 207, conteggiando anche gli stati a status conteso.
Questo ci fa capire come il mondo non sia andato verso una razionalizzazione degli stati, ma, al contrario, verso il loro proliferare e anche oggi ci sono altre regioni ed entità che spingono per l’indipendenza basti pensare alla Scozia, alla Catalogna o al Curdistan.

mondo 1914 (il mondo nel 1914)

mappa mondo 2018
(il mondo nel 2018)

Un secondo motivo è che questa idea si basa su un mondo, tutto sommato, otto-novecentesco in cui gli Stati cercavano di espandersi il più possibile per avere il maggior numero di popolazione e di risorse in particolare oro, utile per la stabilità monetaria in un regime di cambi fissi ancorati all’oro.
Serviva avere il maggiore numero di soldati possibile in una guerra di tipo simmetrico tra grandi eserciti che schieravano masse di soldati.
Oggi non è più così ed avere eserciti numerosi conta fino ad un certo punto, perchè con le armi atomiche e altre non convenzionali, diventa assolutamente improbabile se non proprio impossibile una guerra tra grandi potenze sullo stile delle due guerre mondiali.
Certo in politica il mai non esiste, ma sicuramente sarebbero guerre combattute in modo molto diverso da come siamo abituati a pensare.
Questo non significa che bisogna tralasciare la Difesa, anzi, ma che necessiti avere un esercito unico europeo per contare nel mondo è un argomento molto relativo.
Anche l’economia è parecchio diversa e non si necessita più di avere enormi riserve d’oro (che comunque l’Italia non è messa male). Basti pensare che la Terza economia mondiale è il piccolo Giappone che nel mare della globalizzazione ci naviga benissimo, così come la Corea del Sud, la Svizzera, la Nuova Zelanda ecc e anche stati come il Canada, l’Australia sono grandi solo da un punto di vista dell’estensione territoriale, ma sono piccoli da un punto di vista demografico.
La Russia stessa pur essendo lo stato più grande al Mondo ha un’economia tutto sommato da stato medio ai livelli dell’Italia o poco più.
Certo si potrebbe rispondere che economie più grandi consentono maggiori spese militari, il che è relativo perchè si potrebbe ovviare con delle alleanze difensive o comunque con una spesa militare puntata sull’efficienza e sulla qualità tecnologica.
L’esempio della Corea del Nord è lampante uno stato piccolissimo è riuscito a sviluppare l’atomica ed essere meno timorosa nei confronti degli USA.
Insomma quello che conta non è avere uno stato grande, ma un grande stato dove l’economia funzioni, dove il governo intervenga per tutelare le proprie imprese e che si all’avvanguardia tecnologica e militare.
Uno stato che funzioni e che garantisca benessere e speranza ai propri cittadini.

EUROPA DELLE NAZIONI
La storia è piena di imperi che hanno unito popoli diversi rompersi su stessi perchè naturalmente restare sotto una casa anche grande dove però si sta male è peggio di una casa, magari piccola, ma dove si sta dignitosamente.
Quale vantaggio avrebbero i popoli europei dalla nascita degli Stati Uniti d’Europa?
Per essere una superpotenza (molto presunta) dovrebbero rinunciare alla propria identità, alla propria facoltà di autogovernarsi, alla propria qualità della vita, per competere con superpotenze, vere, con cui saremmo comunque più piccoli sia demograficamente, che economicamente. La Cina ha infatti il triplo degli abitanti della UE e il suo PIL a breve supererà quello americano e quello europeo. Inoltre non dimentichiamo che i cinesi hanno già in mano molti investimenti in Europa, insomma abbiamo il nemico in casa, grazie proprio a quella UE che avrebbe dovuto difenderci da essa.
L’obbiettivo dei sovranisti deve essere di creare un grande stato e non uno stato grande.

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